Di ipersessualizzazione e pubblicità fin troppo al miele
O di come NIKKE Goddess of Victory ci evidenzia alcuni grossi elementi problematici
Sì, mi scuso già per il ritardo nella pubblicazione (parlando di buoni inizi!) ma qualche dato dell’ultima ora era necessario per l’argomento di oggi della newsletter più pullabile di sempre: NIKKE, o meglio di come la sessualizzazione e gli ADV siano uno strumento molto potente nell’ecosistema Gacha.
Per chi non fosse a conoscenza del gioco in oggetto, stiamo parlando di NIKKE: Goddess of Victory, sviluppato da Shift Up Corporation ed edito da Tencent e Level Infinite. Il team di sviluppo è una casa coreana, fondata dal character designer di Magna Carta (ricaccione), che ha raggiunto il successo con Destiny Child, un altro gacha game di vecchia data, stampo Collectible Card Game circa. Invece come publisher direi che Tencent si presenta da sola come colosso cinese, lo stesso livello su cui si attesta anche Level Infinite che ha sotto la sua ala roba come PUBG Mobile, Tower of Fantasy e Alchemy Stars. Insomma roba forte, promossa direi universalmente e con alle spalle la forza del mercato asiatico su cui si regge il 70% del fatturato del mobile/gacha gaming. Noi globali contiamo poco se non zero, meglio chiarirlo fin da subito.
La base del collezionismo
Destiny Child è un titolo che torna ciclicamente nel chiacchiericcio degli appassionati perché è senza alcun ombra di dubbio il progetto più svestito e “porcello” che è consentito sugli store di Google ed Apple. Fuori da essi esistono numerosi gacha hentai di diverso genere, molto espliciti e unicamente improntati all’erotismo, tuttavia qualunque cosa richieda sforzi ulteriori rispetto a ciò che puoi scaricare con due tap è un terreno lontano dal consumatore medio, quello che basa le sue giocate sui consigliati del proprio store. Destiny Child è l’alternativa Not Safe For Work per chi non vuole essere un pioniere della cronologia, la quale sulla carta non è eccessiva ma che nella pratica è la festa della prosperità al limite dell’esagerazione, anzi oserei dire grottesca in alcune istanze.
Per quanto mi riguarda questa roba è sempre stata al limite del sopportabile - e lo dico da uno che ha visto di tutto - così come lo è NIKKE nell’eredità della filosofia di design per i personaggi femminili. C’è da dire che la componente erotica o sessuale è sempre stata e sempre sarà una parte indissolubile di ogni gacha che si rispetti, perfino di quelli più innocenti come Granblue Fantasy. Genshin a parte, qualsiasi paper che trovate online dedicato al gacha gaming (sono pochi) vi confermerà che circa l’80% della loro popolazione media è maschile. Ogni gioco fa caso a sé, chiaro che se parliamo di Otome-ge (giochi per ragazze con componenti da visual novel già sporadici nel panorama mobile) la maggior parte sarà femminile, tuttavia la fetta consistente di titoli grossi come Granblue, Arknights e Fate/Grand Order hanno tra le loro schiere file e file di maschi che sono specificamente lì per vivere la fantasia orientale tra il JRPG e il distopico con il proprio team (alle volte harem) capitanato da quella che molti chiamano “waifu”: un personaggio femminile con cui stringere un legame affettivo duraturo e non ricambiato.
Una componente demografica del genere, prosperata in paesi come la Cina e il Giappone dove il rapporto con le relazioni digitali fittizie è conclaratamente morboso, è causa dell’ovvia spinta a proporre unità femminili sempre più accattivanti tra costumi da comprare, versioni alternative da ottenere e rapporti di potenza basati sul loro essere provocanti. Il gacha gaming basa tutto sulla raccolta dei personaggi e il compito di qualsiasi azienda che voglia essere competitiva sul territorio è quello di creare una schiera di bellissimi character a cui ambire, esattamente come le capsule dei gachapon ispirati alle serie animate. Si fa di tutto per creare qualcosa di pazzesco e irrinunciabile, basti pensare alla qualità delle illustrazioni e ai costumi sempre diversi che una singola unità può avere nel corso della sua vita. Artoria di Fate/Grand Order è l’esempio lampante di quanto illustro: la waifu suprema, la cavallerizza dalle mille sfaccettature e con più unità in gioco che qualsiasi altra nel roster, roba che gente compra anche account con le sue versioni limitate e introvabili.
Artoria però è, di base, un’eroina in armatura che la copre interamente, così come tanti altri personaggi in altri titoli. Ed è un bene: più un personaggio nella sua versione standard e facilmente ottenibile è coperto, più si può spremere l’appassionato che ci ha vissuto storie su storie quando arriverà il momento di proporre, per una settimana, la possibilità di reclutare la sua versione in costume da bagno con tanto di forme in bella vista. Che fai, te ne privi? Impossibile. Comportamenti simili hanno cozzato con l’inevitabile premessa delle app consentite riguardo il consiglio di età per la fruizione, una roba che spesso e volentieri oscilla in zone pericolose tra i 7 e i 15 anno. Chiaramente non è neanche più quello il target e ciò ha portato, sorprendentemente solo di recente, ad alcune indagini che hanno costretto molti ad abbassare i toni. In futuro parleremo del caso Blue Archive, ma per ora vi basta sapere che insomma non è di certo consentito fare quel che si vuole e qui arriviamo al punto clou.
Dea della vittoria, Dea dell’inganno
NIKKE (come Destiny Child) prende questo concetto e lo porta all’eccesso, dando fin da subito personaggi provocanti fino all’osso per poi puntare sempre più in là, verso il ludibrio e alla sfacciataggine più perversa. Anzi, in questa nuova avventura tra le armi e i robot le forme non sono solo statiche, bensì rimbalzano con i contraccolpi del fucile e nelle mille animazioni. Si chiede al giocatore di immaginarsi le cose ancora più provocanti e vedersele superate, distorcendo quella che è la naturale visione del corpo e abituando gli occhi a un costante contatto con l’erotismo più volgare.
La decenza, in questo caso, sarebbe ammettere la propria natura e accostarsi a quei giochi dichiaratamente espliciti che non si nascono dietro a un dito, invece no. Anzi la campagna pubblicitaria di NIKKE è tutta focalizzata sull’aspetto apocalittico del gioco e sulle sue meccaniche come se fosse un titolo qualunque, perfino gli articoli che numerose testate hanno scritto al riguardo trattano la ipersessualizzazione dei personaggi con superficialità, nel raro caso in cui viene menzionata. Mai nessuno che assuma la prospettiva femminile e dica “mi fa incazzare che questo sia l’ennesimo gioco dove una figura maschile comanda un esercito di donne oggetto e ne ottiene in premio altre sotto pagamento vario.” Quello che deve essere diffuso è solo lo specchio più amichevole, del resto non sarebbe promozione.
Un inganno debole, flebile quanto basta per far scaricare il gioco e tentare di convincere gli indecisi con la classica fase da honey moon: ovvero il periodo “felice” dove i gacha ti riempiono di ricompense gratuite e buone per farti vedere che “non è così male in fondo”, allungando la permanenza del singolo e sfruttando tale slot di tempo per far sì che spenda in convenienti pacchetti pensati apposta per il nuovo utente. Il primo consiglio che posso darvi è che dovreste scegliere un gacha game solo dopo aver esaurito tale lasso di tempo, per capire se ci si può sopravvivere all’interno o se oltre la dolcezza del bordo del bicchiere c’è una medicina dal sapore velenoso. Vediamo però la crudità dei fatti del titolo in questione, quella che viene nascosta dagli ADV per ovvie ragioni.
NIKKE di per sé non è un gioco malvagio, anzi ha idee di design ottime che altri titoli dovrebbero adottare. In particolar modo sottolinerei la bellezza dell’interfaccia, la semplicità ed eleganza dei menù e la gestione corretta di risorse/eventi. La progressione delle unità è eccellente, gli obiettivi sono chiari e il farming delle risorse è reso meno tedioso dalla possibilità di fare delle “Quick Battle” che ti fanno saltare gli scontri già completati al massimo. A onor del vero i personaggi sono molti e sono strutturati con un sistema semi elementale che sfrutta la concatenazione di quelli che vengono chiamati Burst, rendendo dinamico perfino il combattimento in automatico (eccellente per chi cerca un idle game).
Il problema principale è la costante pressa erotica delle protagoniste, addirittura ““““censurate”””” nella versione global senza alcuna ragione visto che tutto sommato sono sempre in eccesso. Grazie alla filosofia dietro il titolo, anche l’attività più banale rischia di diventare un qualcosa da non aprire in pubblico o in metro e, naturalmente, nel caso si volesse andare contro tale principio e utilizzare tutte le eroine con un savoir faire meno zozzo, quest’ultime sono rese inutilizzabili a livelli alti. Sarà un caso?
Il gioco poi ha una marea di currency da utilizzare, il che generalmente è un male sempre e comunque. Per evocare le Nikke bisogna spendere Biglietti reclutamento divisi in due tipologie: le regolari per il banner standard con le eroine disponibili in ogni momento, e quelle “speciali” unicamente utilizzabili nei banner delle unità limitate che vengono aggiunte di volta in volta. Questi biglietti non si ottengono dalle missioni giornaliere o dalle altre funzioni di gioco se non tramite i regali, possono essere comprate solo con le gemme. Anche le gemme però sono divise in regolari e Charged, ovvero le gemme comprate senza alcun tipo di bonus o scontistica sull’acquisto, il che fa semplicemente schifo ed è uno schiaffo perfino verso chi spende. La Pietà, ovvero la possibilità di ottenere l’unità principale del banner in corso con percentuale garantita, è fissata a 200 pull e c’è un sistema che restituisce risorse sui doppioni. Il tetto è comunque alto, il sistema è confusionario e ci sono fin troppe distinzione di valuta per essere considerato come corretto e rispettoso dei giocatori free 2 play, ma l’impressione che avrete oggi – vicino il lancio ufficiale – sarà quella di un titolo equo visti i mille regali che riceverete.
NIKKE, esattamente come Destiny Child, è tutto fumo per uno specifico pubblico alla ricerca di stimoli ulteriori, ma oltre questa patina erotica rimane ben poco di cui essere gioiosi ed è per tale ragione, conosciuta anche da chi NIKKE l’ha creato, che solo nei primi 3 mesi del lancio è necessario spingere con tutte le forze l’immagine del gioco. Non siamo davanti ad un Azur Lane che funziona nonostante alcuni dei costumi più provocanti mai visti in un gacha, né siamo nella qualità artistica delle varianti di Fate/Grand Order, né arriviamo alla sfacciataggine corretta di Senran Kagura Mobile. Qui è solo una compagnia che vi mette in faccia delle tette rimbalzanti e spera di farvele sembrare belle il più a lungo possibile, in modo da dimenticare le trappole sul percorso. Intento riuscito, considerando che NIKKE è diventato il secondo gioco nella classifica giapponese degli incassi attuali, sorpassando Genshin in un momento di eccellenti introiti e rimanendo sotto solamente all’immortale Fate/Grand Order.
Venendo alle notizie, questa settimana vi accorcio un po’ la stringa perché già vi ho tediato fin troppo. Ci sono però alcuni punti decisamente carini da esplorare, tra cui…
Elon Musk e… gacha gaming?
Più che una notizia è un dato curioso, ma se non l’avete saputo il nostro caro magnate ha acquistato Twitter e sta facendo un macello dietro l’altro. Cosa c’entra con i gacha? Niente, in realtà, ma molti dei giochi in questione hanno la possibilità di utilizzare il proprio account Twitter per loggare e dato che sembra a rischio l’autenticazione a due fattori per gli account del cinguettio blu, è meglio iniziare a prevenirsi e utilizzare altri servizi per collegare i preziosi dati a cui tenete. Sicuramente Elon Musk non vi ridarà indietro le vostre 50 versioni della stessa waifu, andateglielo a spiegare.
Sword Art Online Unleash Blading chiude i battenti
Anche sta settimana abbiamo SAO tra le notizie, ma per un gioco diverso. Il titolo in questione verrà chiuso a gennaio 2023 e questo in realtà introduce un’ottima domanda su cui riflettere: una volta che un gacha chiude, che succede a chi ci ha speso? La risposta è nulla, l’oblio. Uno dei mali maggiori, che esploreremo sicuramente, è la vita melliflua dei gacha games meno popolari o che a un certo punto vengono spenti dagli sviluppatori per passare a nuovi progetti. In soldoni, letteralmente, significa la totale perdita di tutti gli investimenti fatti da qualsiasi giocatore, che alla fine della fiera ha speso dei soldi per non avere in mano proprio nulla. Questo è uno dei motivi per cui consiglio di scegliere MOLTO bene prima di investire cifre in un progetto: assicuratevi che sia duraturo.